sabato 5 dicembre 2015

TUTTO DI TE - LA PROTAGONISTA FEMMINILE

Siete pronti a conoscere Eva, la protagonista di "Tutto di te"?

Bene. Eva è una ragazza di vent'anni, vive a Genova, studia all'università e sogna un giorno di diventare una scrittrice. È fidanzata con Davide, ma il loro rapporto non va a gonfie vele. Tutto poi sembra precipitare quando i genitori di Eva perdono la vita in un incidente aereo e lei si trova a dover fare i conti con una triste realtà: è completamente al verde!    

Ma vediamo com'è Eva vista dagli occhi di Brian, il nostro protagonista maschile. Leggiamo insieme un piccolo estratto:

Brian Armitage si strinse un asciugamano intorno ai fianchi e uscì dal bagno, i capelli che ancora gocciolavano sul pavimento. Non riusciva a smettere di pensare alla rossa della foto e non era da lui. Raramente una donna lo colpiva dritto al cuore.
     Scosse la testa e afferrò un altro asciugamano per tamponarsi i capelli. Ancora non sapeva cosa gli fosse preso, contattandola su quel sito di appuntamenti. Le facili avventure non gli mancavano. Le donne si gettavano letteralmente ai suoi piedi e, se mai, il problema per lui era evitarle.
     Una bassa risata gli sgorgò dalla gola mentre si avvicinava alla finestra della sua camera da letto, nell’appartamento a South Kensington. Fuori Londra era immersa in una calma innaturale. Era notte fonda, ma la città continuava a pulsare. Da lì, poteva scorgere le luci dei lampioni che costeggiavano gli eleganti marciapiedi e i villini a schiera, coi loro giardini ordinati. I fanalini di coda delle auto gli sfrecciarono davanti come fari nel buio.
     Si scostò dalla finestra per indossare i pantaloni di una tuta. Infilarsi nel letto sarebbe stato inutile. Tanto non sarebbe riuscito a chiudere occhio. Erano due notti che faceva sempre lo stesso sogno e si svegliava all’improvviso, sudato, ansante e in preda a una forte eccitazione sessuale.
     Tutta colpa di quella donna: Eva Massa. La tizia dai fluenti capelli rossi che popolava i suoi sogni.  Aveva gli occhi di un azzurro intenso, grandi e contornati da ciglia lunghe e folte. La bocca invece era scarlatta, piena e carnosa. Una bocca che induceva alla lussuria.
     Si passò una mano tra i capelli bagnati, cercando di darsi una calmata. Neppure buttarsi sotto il getto dell’acqua fredda gli era servito a placare i bollenti spiriti. Voleva quella bocca sulla sua, scoprire che sapore avesse. Ed era più di un mero desiderio. Era una necessità.
     Cazzo, era veramente fottuto.
     Eva Massa gli era entrata nel sangue fin dal primo momento in cui l’aveva vista sorridere dal monitor del suo portatile. E da allora non aveva avuto più pace. Tutto ciò a cui riusciva a pensare era che doveva essere sua. A qualsiasi costo.
     Irrequieto, si lasciò cadere sulla poltrona di pelle e accese il computer per accedere al server di posta. Stentava a credere che lei non gli avesse ancora risposto. Quella era davvero la prima volta che una donna lo faceva aspettare e lui non aveva mai avuto molta pazienza. Scorse l’elenco delle mail in arrivo. Nessun nuovo messaggio. Frustrato, afferrò il cellulare e compose il numero che aveva imparato a memoria. Eva rispose al terzo squillo, la voce assonnata e in preda al panico.
     – Pronto?
     – Ciao, Eva.
     Silenzio.
     – Chi parla?
     – Brian Armitage. Mi spiace averla chiamata a quest’ora. L’ho spaventata?
     Ancora silenzio.
     – Non conosco nessun Brian Armitage.
     Il fatto che non si ricordasse neppure il suo nome lo irritò. Inspirò, nel tentativo di controllare la collera. – Sono la persona che ha risposto al suo annuncio, ricorda?
     – Quale annuncio?
     Quella conversazione assunse una connotazione sconcertante. Brian strinse talmente forte il cellulare da temere di spezzarlo. – Quello sul sito di incontri. Avrei bisogno di un’accompagnatrice per il prossimo week end. Le ho scritto una mail, non l’ha ricevuta?
     Udì un’imprecazione soffocata. Poi la voce di Eva, leggermente stridula, rispose: – Come ha avuto il mio numero?
     Lui rise piano, sempre più incredulo. – Era nella sua scheda – Cercò di dare alla sua voce un’intonazione calma e controllata, ma dentro di sé ribolliva d’impazienza.
     – Io l’ammazzo.
     – Prego?
     – No, non ce l’ho con lei. Non può capire.
     – Provi a spiegarmi.
     Sentì un sospiro e per un attimo temette che Eva avrebbe riattaccato.
     Dio, ti prego. Non farlo.



IN ARRIVO A GENNAIO

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